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Volevamo affrontare nel dettaglio
la sconfitta del Napoli a Palermo.
Se Maldonado ha fatto un grave sbaglio;
se su Tedesco Iezzo restò fermo;

se il pari lo ha gettato Cannavaro,
o  fummo solamente sfortunati.
Volevamo: ma un nodo, un groppo amaro
ci ha serrato la gola; ci ha bloccati.

Un giorno di delirio, di follia,
e tutto è andato a carte quarantotto.
La colpa di chi fu? Chi diede il via?
Forse il solito ultrà? No. Un poliziotto.

Un pistola che ha in mano una pistola,
la impugna  e spara, vada come vada,
e uccide, di traverso all’autostrada.
Una tragedia, ma non è la sola:

il tifoso-teppista attizza il fuoco,
sfidando l’apparato dello Stato.
A Bergamo, affinché non vi sia gioco:
ed a Roma, perché non si è giocato.

Un omicidio,  la guerriglia urbana.
Ma sabato c’è già la nazionale,
ed alla fine della settimana
tutto torna alla norma: tale e quale.

Qualche altro giorno ancora, e le parole
(non è cinismo: è colpa della rima)
si scioglieranno come neve al sole,
e tutto ricomincia. Come prima.

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