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Certo che ne avevamo, di pretese!
Battere, qui al San Paolo, l’Udinese,
e poi, tra battimani e gran sorrisi
dire: “Signori miei, ma quale crisi!”
Invece è andata in modo ben diverso,
e per un pelo non abbiamo perso:
se davano quel gol a Di Natale
siamo sicuri che finiva male.
Si sa che a volte il calcio è proprio strano:
contro il team del Marino friulano
si giocò, pur l’altr’anno, alle diciotto.
Bene: all’inizio li mettemmo sotto,
ma infine ha  pareggiato Quagliarella,
con una rete splendida, non bella.
Poi il mercato ha mischiato un po’ le carte;
adesso Fabio sta da questa parte,
ma non ha fatto manco un tiro in porta.
Tifoso, lascia andar: taci, e sopporta.
Si sa, gode colui che si accontenta:
ma di una squadra compassata e spenta
dalle punte spuntate e il passo greve,
accontentarsi proprio non si deve.
Lavezzi, solo tu, tra i tanti in campo
avesti – in nomen omen! – qualche lampo:
Hamsik (e non è colpa  della rima)
sei tornato il fantasma ch’eri prima.
Quanto al caro, ineffabile Gargano,
è diventato un vero caso umano.
Donadoni (ma è una provocazione):
chissà se te lo mangi, il capitone!

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